DUE PESI, DUE MISURE.

DUE PESI, DUE MISURE.

DUE PESI, DUE MISURE.

Esiste davvero la cultura oversize?

Con oversize si identifica tutto ciò che va al di là delle taglie “comuni”, ma quello che non ho capito ancora, è chi abbia definito le “comuni”, quali giuste o perfette.

 

E mentre le donne greche e romane rappresentate da sommi artisti vengano adorate esclusivamente al museo, ad oggi, la moda (non tutta) e i brand (non tutti) sembrano essere solo “obbligati” ad avere una sezione “oltre la taglia”, perché nella visione del fashion (e parlo da chi non ha molto interesse per la materia), si cerca di aggiungere della stoffa in più, per avere sensi di colpa in meno.

 

Mi spiego meglio… mentre le passerelle delle fashion week si riempiono di vestiti, capi, abiti di alta moda e di tutti i giorni, per tutte le tipologie di corpo e forme, dall’altro, il fast fashion distrugge sogni, desideri e amor proprio.

 

“Sei mai entrato negli store dove tutti acquistano, per trovare dell’intimo più carino, un vestito per una festa, un maglioncino colorato, ma ti rendi conto che la tua taglia non esiste e non hai modo di fare alcun acquisto?” sento chiedermi con delusione e voglia di farmi aprire gli occhi.

 

“Non mi è mai capitato.” rispondo in maniera mesta ed empatica.

 

“e sai che se vai sui siti internet di questi brand, trovi, invece, le nostre taglie?” mi viene nuovamente posto con meraviglia mista a delusione.

 

“ah si? Dai almeno…” rispondo, sbagliando risposta.

 

“Ma tu sai che se voglio un intimo carino, magari scuro, di pizzo, plissettato o con dei merletti, dovrò sicuramente accontentarmi di una stampa di un orso, di un cuore, di un panda che sorride, sulle parti più intime?”

 

Ho preferito non rispondere.

 

Quando studiavo, mi spiegarono molteplici volte, il cosiddetto “customer journey”, ovvero le fasi di acquisto di una qualsiasi persona, con riferimento ad uno specifico bisogno e/o brand. Ecco, qui salta tutto: ad ogni persona che non rientri perfettamente nei canoni “modaioli”, viene completamente negata l’esperienza di acquisto.

Ora ditemi… perché?

 

Se sei una ragazza o un ragazzo di 20/30 anni e malauguratamente (se così si può dire) dovessi avere un peso superiore a quello che convenzionalmente dovresti avere, o una forma del corpo diversa da quella richiesta dalla società odierna, non puoi vivere la tua vita da consumatore come tutti gli altri. Certo, esistono soluzioni, brand, store che aiutano a trovare il meglio per gli “over size”, ma vivere l’esperienza di acquisto con degli amici o con un familiare, anche solo per soddisfare un attacco di “shopping sfrenato”, diventa sempre più difficile, specialmente nelle cittadine più piccole. Si diventa, perciò, schiavi di uno schermo e di siti internet che di spazio, in pixel e megabyte, ne hanno sicuramente abbastanza per tutti.

È facile, in questi casi ci sono due pesi e due misure e tutto si basa sul fatto che il peso non debba essere eccessivo e la misura non superiore ad una XL.

 

Possiamo giustificare il fatto che un qualsiasi capo non stia bene a chi ha dei kilogrammi che sembrano essere in più? Se la totale libertà di una persona deve essere garantita anche nel vestiario, perché non c’è apertura?

 

Me ne torno a casa con queste domande nella testa, rendendomi conto di come la moda over-size sia pur sempre all’ultimo grido, ma che non ci sia nessuno che grida in nome di una moda “per tutti”.

E voi? Vi siete mai sentiti tagliati fuori da qualcosa garantita a tutta la comunità, a causa di una vostra caratteristica fisica?

 

Lasciatemelo dire, tagliate corto su queste differenze …e non sui tessuti.

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