Lo spazio di una madre

Lo spazio di una madre
Ricordate quando a scuola, ogni anno, in onore della Festa della mamma, ci facevano fare mille diversi lavoretti che potessero poi essere consegnati nella domenica seguente alla donna della nostra vita?

Ecco, io li odiavo.
Mentre tutti i miei compagni, seduti e sporchi di colore si impegnavano come se stessero riproducendo la Cappella Sistina, io ero lì a fissare il foglio, puntando alla semplicità (la casa e le persone come stecchini erano il mio must). Sono però una persona che manualmente, di solito, riesce a creare cose molto variegate, ma l'imposizione e la mancanza di unicità nel progetto, mi infastidiva. Volevo uscire dagli schemi, seppur le capacità fossero limitate; quello che ho sempre amato infatti, era stupire mia madre.

Lei, non amante delle sorprese, per vergogna e umiltà (o forse perchè non avrebbe saputo mentire se quel lavoretto fosse stato terribile), con tre figli e quattro nipoti, si è spesso ritrovata a ricevere un dono regalo in questo giorno, fino a riempire un cassetto del comò della camera da letto di biglietti, fotografie, barattoli, case, casette, ombrelli, cuori, stelle, lune e mille colori che tra loro cozzano senza pietà. Un cassetto ormai pieno, tra chincaglierie e oggetti vari, che è al limite dallo strabordare... di carta e d'amore.

Come vi dicevo, ho sempre odiato le imposizioni e per questa ragione ho sempre cercato di far riempire ancora di più quello stesso cassetto con mille altre autonome creazioni che potessero riempire anche gli angoli più difficili da ripulire dalla polvere; ho disegnato pur non sapendolo fare, ho costruito pur non avendo un ottimo rapporto con la colla vinilica, mi sono impegnato fino a quella gioia che ho sempre amato.

Ed in quei miei stessi limiti però che riuscivo (e ancora riesco),a vedere tutto ciò che mia madre, ma sono certo tante donne lì fuori, è riuscita a fare per me:
ha disegnato un futuro e con meticolosa attenzione ha sempre immaginato e delineato l'amore fino a renderlo tangibile quasi tridimensionale, marcando alcune linee più importanti e calcando sulle sfumature difficili da vedere; ha costruito una realtà concreta in cui sentirsi liberi di giocare, crescere, incontrare, incontrarsi, piangere, parlare, anche senza l'utilizzo di colla vinilica; si è impegnata fino a perdere le forze e il sonno, anche quando non credeva che tutto potesse andare per il meglio... per il bene di chi ama totalmente.

Una mamma diviene perciò uno spazio, non quello al di là dell'atmosfera, seppur ancor più senza limiti; una madre è quello spazio in cui si può inserire qualsiasi cosa. Eh sì, non è altro che il cassetto dove metti tutto ciò di cui ti dimentichi regolarmente e che riapri casualmente dicendo "ahhhh, ecco dove lo avevo messo!", anche se non era ciò che stavi cercando; ma tranquilli, a lei non darà fastidio.
Alcune volte avrà difficoltà ad aprirsi è certo, scivolerà sulle guide in maniera macchinosa e a volte si staccherà del tutto, ma al suo interno ci sarà sempre il giusto spazio per ciò di cui hai bisogno. SI dice di non dover dipendere da una madre, di non vivere una vita da "mammone", ma io che lo sono posso dirvi che si riesce a vivere in maniera indipendente, pur attingendo spesso a quel cassetto.

Quest'anno, perciò, al contrario di tutti gli anni, vorrei che tutti noi festeggiassimo le mamme di tutto il mondo, proprio in onore di quello spazio, perché con timore, forza, paura e impegno, si sono prodigate quotidianamente ad allargarsi, portando pesi ingombranti sulle loro spalle e nel loro cuore. Vorrei festeggiare o per lo meno pensare a quelle madri che cercano di trovare pace scrivendo il gruppo sanguigno sulla schiena dei figli mentre scappano dalla guerra; quelle madri che sono andate via troppo presto ma che continuano a creare silenziosamente inaspettati spazi di crescita e condivisione; quelle madri che insegnano la forza e l'indipendenza, lottando per una parità che ancora sembra lontana; quelle madri che lottano contro la malattia, ma sorridono da un letto d'ospedale come se non stesse succedendo nulla; tutte quelle madri che continuano a esserci, nonostante i momenti più duri.

Festeggiamo quello spazio di cui dobbiamo anche noi figli prenderci cura, cercando di inserire quanto possibile ma lasciando sempre in ordine, sparecchiando anche i loro pensieri e mettendo sul tavolo la capacità di saper condividere e crescere insieme.
Impariamo, partendo da questa domenica, ad offrire il nostro di spazio, a saperci allargare, perchè più passa il tempo, più anche lei avrà bisogno di un posto dove lasciare qualcosa (lei non dimenticherà di averla messa lì dentro, perché la capacità delle madri è anche quella di sapere dove ogni cosa stia, senza nemmeno avvicinarsi al posto in cui pensiamo di averla persa);
A lei nulla è dovuto, ma da figli, abbiamo la responsabilità e dobbiamo aggiungerci la gioia, di farla sentire parte integrante di noi..

Aprite i vostri cassetti e fatela entrare... sicuramente, sarà il regalo più apprezzato

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